WONDER(L)AND | L’aria del mattino
16 ottobre 2017 | 21.00 |
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WONDER(L)AND è un territorio di pratiche, di dialoghi, di visioni e di incontri, in cui i linguaggi del corpo, la danza e la coreografia sono sostanza e strumento per la creazione di un “sottobosco” di eventi e di “invenzioni” performative, la cui coesistenza e filo conduttore sono dettati da una comune aderenza all’idea di stupore e meraviglia. Provare meraviglia ci riporta al thaumazein aristotelico, all’oscillazione tra il sorprendente e il perturbante, tra la “gioiosa” perentoria affermazione del proprio agire e il disorientamento, l’impatto che ci sorprende quando una visione o un evento, di qualsivoglia natura, sopraggiunge a mutare il nostro sguardo verso le cose. La meraviglia dunque, investe i nostri sensi e genera quella pulsazione che, deviando il ritmo abituale della percezione, induce e produce nuova conoscenza. Nella molteplicità di eventi che confluiscono in WONDER(L)AND, il territorio d’indagine privilegiato è quello in cui la meraviglia sospende, declina e affina il dialogo tra l’immagine e la sua percezione, tra quello che gesto, corporeità e suono possono articolare nell’interazione con il loro habitat, e le risonanze generate nell’osservatore, in chi ne introietta la visione. Per strutturarsi sotto questa angolatura, ogni azione si situa fra un prima e un dopo, tra realtà e sorpresa, tra consapevolezza e collisione. Non inizia né esaurisce nessun grado di in-formazione, ma intercetta e aggancia, mette in relazione, crea traiettorie e potenzialità. Come in Natura, dove tutto si trasforma da una materia all’altra in una condizione di anatomia illimitata, in WONDER(L)AND ci si appoggia su una continua ridefinizione ritmica tra respiro e percezione ambientale, tra flusso sanguigno e atmosfera, tra vettori di movimento e immersione nel reale, tra fluida individualità e osmosi collettiva. Se mi muovo, è per partecipare all’intero meccanismo ambientale di cui la mia fisicità è solo una parte, così come quella dell’osservatore, poi c’è tutto il resto, vegetale, minerale, il visibile e l’invisibile… Sopraggiungono qui le parole di Walt Witman e di molti altri che come lui hanno evidenziato con potenza, vigore – ma anche con leggerezza e netta cadenza ritmica – la declinazione polifonica del corporeo, il suo essere parte di un tutto: organico e inorganico, enciclopedico e cosmico.
Teatro Il Lavatoio
via Ruggeri, 16
con Simona Bertozzi, Enrico Malatesta, Aristide Rontini
progetto realizzato con il contributo di
ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche
azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore
coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino