Violences
16 luglio | 20.00 |
17 luglio | 22.00 |
La sabbia sa come coprire tracce e cancellare segni di violenza. Ma conserva le impronte. Léa Drouet ha scelto questo materiale resistente, solido e friabile per costruire paesaggi in movimento: da terre e campi attraversati dagli ebrei negli anni ’40 a torri e palazzi delle città di oggi, dove si gioca la politica migratoria. Intrecciando parola, suono e scenografia, prova a portarci oltre ai titoli dei giornali, al di là delle immagini violente che, pur scioccandoci, non ci permettono di sentire, né di reagire. Violences è un tentativo di resistenza alla passività, un modo per recuperare l’esperienza della violenza come qualcosa che non capita solo agli altri, ma passa attraverso ognuno di noi. Sola sul palco, da testimone a performer, da performer a narratrice, Léa Drouet inizia a raccontare il viaggio di sua nonna Mado, che da ragazzina sfuggì al Rastrellamento del Velodromo d’Inverno, la più grande retata di ebrei condotta in Francia durante la seconda guerra mondiale. Da qui allarga lo sguardo al presente: maggio 2018, un furgone viaggia verso l’Inghilterra con un piccolo gruppo di persone; tra loro c’è Mawda, una bambina curda di due anni, seduta in braccio alla madre. Non arriverà mai a destinazione: un poliziotto belga la ucciderà con un colpo di pistola durante l’inseguimento. Nonostante i tentativi da parte della polizia di insabbiare l’incidente, la memoria resta. Forse nella fragilità dei granelli di sabbia possiamo distinguere le fondamenta di un mondo capace di gestire i conflitti in forme diverse.
BIO
Léa Drouet è una regista teatrale. Vive e lavora a Bruxelles dal 2010. Il suo lavoro assume forme diverse a cavallo tra installazione, teatro e performance. Nel 2014 ha fondato Vaisseau, una casa di produzione che sperimenta nuovi approcci e formati. Legata alla scena musicale cittadina, collabora con una varietà di musicisti ed è circondata da artisti che intrecciano diverse discipline. La sua ricerca artistica s’interroga su come raccontare i problemi dell’umanità attraverso i sensi, il suono, il corpo e la materia. Tra i suoi lavori ricordiamo Mais au lieu du péril croit aussi ce qui sauve, Squiggle, Boundary Games, Hostilités pour l’Objet des mots. Nel 2020 è diventata coordinatrice artistica di Atelier 210 a Bruxelles.
Teatro Il Lavatoio
via Ruggeri, 16
Durata: 60 minuti.
Lingua: francese con sottotitoli in italiano e inglese.
Ideazione, testo e performance Léa Drouet / drammaturgia Camille Louis / scenografia Élodie Dauguet / musica Èlg / luci Léonard Cornevin / assistente Laurie Bellanca / foto Élodie Dauguet / produzione e distribuzione France Morin Arts Management Agency / una produzione Vaisseau / co-produzione Nanterre-Amandiers, centre dramatique national, Kunstenfestivaldesarts, Charleroi danse, centre chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles, La Coop asbl / con il supporto di Wallonie-Bruxelles International, Actoral – Festival & Bureau d’accompagnement d’artistes, Fédération Wallonie-Bruxelles, Wallonie-Bruxelles Théâtre / Danse, SACD, Shelterprod, Taxshelter.be, ING and Tax-Shelter du gouvernement fédéral belge / residenze Kunstencentrum Buda, Charleroi danse Centre chorégraphique de Wallonie-Bruxelles, [e]utopia, La Bellone House of Performing Arts, Montevideo / traduzione italiana a cura di Maria Stella Tataranni.
Spettacolo sostenuto da Institut français.
© Cindy Sechet