DOOM
12 luglio | 21.30 |
13 luglio | 22.00 |
In DOOM, seconda parte della trilogia sull’elogio alla vulnerabilità iniziata con l’assolo HATE ME, TENDER, Teresa Vittucci invita Colin Self ad esplorare insieme le origini della femminilità e dell’immagine della donna a partire dalle figure mitologiche e bibliche di Pandora e di Eva, le cui storie fungono da ammonimento: chi può ferire, a chi può dare fastidio la curiosità femminile? Quale rischio sta alla base della decisione di aprire comunque gli occhi? In fondo, tutto ha avuto inizio da un frutto proibito e da un vaso dischiuso: Eva e Pandora contengono in sé l’espressione primaria della femminilità e allo stesso tempo l’origine della minaccia che incombe sul ruolo femminile. La performance prende in esame queste due figure, il loro destino parallelo, la percezione e l’impatto che hanno avuto nel corso della storia da una prospettiva critica e queer-femminista. DOOM è un lavoro che, analizzando due narrazioni ancestrali, cerca di rintracciare le incarnazioni della femminilità e le implicazioni che esse racchiudono. Vittucci e Self descrivono le ricadute a lungo termine che esse hanno generato, le categorie che ne derivano. Un’esplorazione poetica nella quale i performer si immergono per indagare un ambito della conoscenza ancora incerto, sconosciuto.
BIO
Teresa Vittucci è nata nel 1985 a Vienna e vive a Zurigo. Si è diplomata al Conservatorio di Vienna, alla Ailey School, all’Accademia Sperimentale di Danza di Salisburgo e all’Università delle Arti di Berna, dove ha conseguito il Master in Expanded Theatre. Lavora nel campo della danza e della performance contemporanea indagando le prospettive femministe e queer della cultura pop, della storia e della religione. Ha collaborato con Simone Aughterlony, Nils A. Lange, MJ Wolf, Michael Turinsky e Colin Self. Nel 2019 ha ricevuto lo Swiss Dance Prize per il suo solo HATE ME, TENDER ed è Young Associate Artist al Tanzhaus Zürich.
Colin Self è natə nel 1987 in Oregon, USA. Attualmente vive a Berlino. Compone musica, performance e ambientazioni che espandono la coscienza e i confini della percezione e della comunicazione. Lavora con diverse discipline e utilizza mezzi immateriali e materiali, incluse voci, corpi e computer, immaginando nuovi mondi. Self collabora con artisti come Holly Herndon, Martine Syms, Planningtorock e Geo Wyeth. I suoi lavori più recenti sono The World to Come, creato per la State Orchestra di Berlino nel 2020, e Tip the Ivy, un’opera che ha debuttato a Graz nel febbraio 2022.
Durata: 60 minuti.
Lingua: inglese con sottotitoli in italiano.
Coreografia, performance Teresa Vittucci / composizione, performance Colin Self / palco Anna Wohlgemuth / luci Thomas Giger / direzione tecnica Anahí Pérez, Marek Lamprecht / consiglio drammaturgico Benjamin Egger / assistenza drammaturgica Marc Streit / Tanzhaus Zürich / responsabile produzione Kira Koplin / amministrazione Karin Erdmann / una produzione OH DEAR! Zürich e OH DEAR productions Wien / co-produzione Tanzhaus Zürich, Arsenic Lausanne, Théâtre St-Gervais Genève, Sophiensæle Berlin, WUK Wien, Dampfzentrale Bern, Art Stations Foundation CH / Muzeum Susch / con il supporto di Stadt Zürich Kultur, Fachstelle Kultur Kanton Zürich, Pro Helvetia Schweizerische Kulturstiftung, Migros Kulturprozent, Stiftung Ernst Göhner and Stadt Wien Kultur / un ringraziamento speciale a Theater Neumarkt / traduzione italiana a cura di Ilaria Patano.
Spettacolo sostenuto da Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia.
© Byron Gago