Harald Beharie Oslo, Norvegia
Batty Bwoy

“Batty Bwoy” è un’espressione usata in Giamaica per indicare le persone queer. In questa performance, Harald Beharie, artista norvegese di origine giamaicana, se ne riappropria, distorcendo e trasformando il mito del corpo queer per invocare sensibilità demoniache e affascinanti crudeltà, smascherando possibili vulnerabilità in un gioco tra ingenuità e consapevolezza. Il lavoro trae ispirazione dai miti più diffusi, dai peggiori stereotipi, da sensazioni e fantasie legate ai corpi e alle identità queer, dai testi omofobici di alcune canzoni dance, dai film gialli italiani anni ’70, dalla resilienza della comunità giamaicana Gully Queens – costretta a fronteggiare le conseguenze di un’omofobia dilagante -, da voci dalle comunità queer giamaicane e norvegesi che hanno preso parte al processo di creazione. “Batty Bwoy” attraversa la porosità dei corpi e dei linguaggi, attacca e abbraccia le narrazioni sedimentate attorno alla paura di un corpo queer visto e percepito come una figura perversa, deviante, mostruosa; evoca un essere ambivalente che esiste sul confine di un corpo precario: è potenza liberata, è gioia, folle energia.
Bio
Harald Beharie è un artista e coreografo norvegese-giamaicano. Vive e lavora a Oslo. Sperimentando diversi format e contesti, indaga modalità alternative di danzare e di esistere, mettendo in discussione le nozioni di normatività. La sua pratica coreografica si sviluppa in varie costellazioni con altri artisti usando la danza come mezzo per creare spazi sfuggenti di ambivalenza e fantasia, oscillando tra decostruzione e costruzione, ottimismo e dubbio, apatia e affetto. Il suo lavoro, presentato in musei, gallerie e festival, ha ottenuto la nomination per il premio della Norwegian Critics Association per le performance “Shine Utopians” e “Batty Bwoy”.
Indirizzo
Info accessibilità: accessibile per persone in sedia a rotelle o con mobilità limitata.
via Orsini 19, Santarcangelo
Info
durata: 80 minuti
Credits
di e con Harald Beharie
collaboratori artistici Karoline Bakken Lund e Veronica Bruce
sculture Karoline Bakken Lund, Veronica Bruce
compositore Ring van Möbius
sound designer Jassem Hindi
occhio esterno Hooman Sharifi, Inés Belli
coproduzione Dansens Hus, RAS
con il supporto di Kulturrådet, Fond for lyd og bilde, FFUK, Sandnes Kommune, Oslo Kommune, TOU
e Norwegian Art Council e Norwegian Foreign Ministry, Performing Arts Hub Norway
progetto realizzato con il supporto di Reale Ambasciata di Norvegia a Roma
© Philip Mcleod