1980
IL LAVORO DEI TEATRI
25 giugno - 6 luglio
direzione artistica ROBERTO BACCI
Siamo alla X edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo di Romagna, una manifestazione che si e creata in questi anni una propria eredità che non possiamo né trascurare né fare a meno di investire. Se sapremo infatti valutarla ed interpretarla senza pregiudizi e timori credo che ancora una volta potremo riuscire a dare un positivo contributo a qualcosa che certamente va oggi ben oltre un semplice avvenimento teatrale e che ci impone quindi nuovi compiti per il futuro. Mentre il “teatro” estivo o di piazza sembra oggi raggiungere alcuni risultati che ci eravamo proposti in passato, anchc se dobbiamo prendere con rigore le distanze dai “modi” con cui questi risultati vengono ottenuti, il nostro impegno é oggi quello di considerare il riflusso culturale e sociologico a cui esperimenti “tipo” Santarcangelo hanno dato vita, per tracciare nuove strade in un territorio ancora inesplorato.
Se penso agli operatori, attori e registi, che in Santarcangelo hanno potuto misurare il “loro” modo di lavorare, di incontrarsi, di sperimentare per poi rielaborare tecniche di lavoro di strada, mi rendo conto che oggi a molti di essi si chiede in realtà di organizzare “feste” senza patroni, incontri casuali e spontanei in cui il teatro non mette in discussione il proprio “modo di esistere" o di esprimersi ma diviene soltanto l’utile pretesto da scrivere su di un manifesto-programma. A questa sorta di dissoluzione che ha in sé Ia patina del successo, a cui il teatro di strada rischia di avviarsi, occorre rispondere con un Festival che, ponendosi nuovi obbiettivi faccia confrontare gli operatori con nuove domande (e cosi il pubblico), per ricondurre il teatro in una logica teatrale (attore-spettatore) anche se non in termini tradizionali, che si proponga cioé di mettere in atto le diverse fasi del lavoro dei vari teatri: dallo scambio con altri gruppi, alla pedagogia interna, dal rapporto con una piccola comunita allo spettacolo vero e proprio.
É importante far capire che l’unica altemativa al teatro-festa non é il teatro ufficiale, ma che in realta si può scoprire tra questi due mondi un territorio vasto e frequentato da coloro che intendono opporre identità e consumo, rivalutando un ruolo della ricerca sui modi di far teatro (anche quello di strada) prima che il teatro si fermi a far festa seppelito da grandi folle di spettatori.
Non é un segnale “contro” il pubblico quello che occorre, ma un segnale “per” e “con” il pubblico mettendo però a sua disposizione proposte comprensibili e diverse, senza far cadere comunque lo spazio dell’autonomia e della scelta da parte degli operatori.
Santarcangelo è divenuto negli ultimi anni un punto di riferimento per molti giovani gruppi teatrali italiani, e questo è l’aspetto fondamentale che rende vitale la nostra esperienza e il mio personale rispetto al Festival.
Questi gruppi non hanno però bisogno di essere confusi o travolti da una “massa” che Ii trasformi in elementi indifferenziati di un successo, bensì necessitano di essere messi a confronto professionalmente e culturalmente tra loro rispetto al loro stesso lavoro.
Allora nuove realtà si potranno sviluppare e potremo dire che Santarcangelo ha dimostrato con l’edizione 1980 che occorre recuperare il valore delle singole identità e dei singoli ruoli se si vuole ottenere un’utile “diversità”.
Da questo scaturisce la proposta di un’edizione 1980 articolata in due momenti:
- il primo, dal 25/6 al 1/7 che serva ai gruppi teatrali per svilupparsi, come singoli organismi o attraverso il confronto con altri gruppi e per “scegliere”;
- il secondo momento, dal 2 al 6 luglio, dovrà servire al pubblico di ogni sera, in base ad un programma prestabilito e ordinato, per cogliere attraverso gli spettacoli il senso del lavoro di molti gruppi italiani e stranieri presenti in questa edizione.
Quest’anno il Festival sarà coordinato con quello di Copparo (Ferrara) e quello di Polverigi (Ancona), questa scelta è stata fatta anche per rendere possibile una presa di posizione comune sulla necessità di un nuovo teatro che si rivolga a nuovi spettatori.
Ciascuno dei tre Festival, nella propria autonomia, non è quindi il sintomo dell’espandersi di una moda, ma l’elemento di una comune proposta per la ricerca e lo sviluppo di una nuova organizzazione della cultura teatrale.
Download the catalogue
25 giugno - 6 luglio
direzione artistica ROBERTO BACCI
Siamo alla X edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo di Romagna, una manifestazione che si e creata in questi anni una propria eredità che non possiamo né trascurare né fare a meno di investire. Se sapremo infatti valutarla ed interpretarla senza pregiudizi e timori credo che ancora una volta potremo riuscire a dare un positivo contributo a qualcosa che certamente va oggi ben oltre un semplice avvenimento teatrale e che ci impone quindi nuovi compiti per il futuro. Mentre il “teatro” estivo o di piazza sembra oggi raggiungere alcuni risultati che ci eravamo proposti in passato, anchc se dobbiamo prendere con rigore le distanze dai “modi” con cui questi risultati vengono ottenuti, il nostro impegno é oggi quello di considerare il riflusso culturale e sociologico a cui esperimenti “tipo” Santarcangelo hanno dato vita, per tracciare nuove strade in un territorio ancora inesplorato.
Se penso agli operatori, attori e registi, che in Santarcangelo hanno potuto misurare il “loro” modo di lavorare, di incontrarsi, di sperimentare per poi rielaborare tecniche di lavoro di strada, mi rendo conto che oggi a molti di essi si chiede in realtà di organizzare “feste” senza patroni, incontri casuali e spontanei in cui il teatro non mette in discussione il proprio “modo di esistere" o di esprimersi ma diviene soltanto l’utile pretesto da scrivere su di un manifesto-programma. A questa sorta di dissoluzione che ha in sé Ia patina del successo, a cui il teatro di strada rischia di avviarsi, occorre rispondere con un Festival che, ponendosi nuovi obbiettivi faccia confrontare gli operatori con nuove domande (e cosi il pubblico), per ricondurre il teatro in una logica teatrale (attore-spettatore) anche se non in termini tradizionali, che si proponga cioé di mettere in atto le diverse fasi del lavoro dei vari teatri: dallo scambio con altri gruppi, alla pedagogia interna, dal rapporto con una piccola comunita allo spettacolo vero e proprio.
É importante far capire che l’unica altemativa al teatro-festa non é il teatro ufficiale, ma che in realta si può scoprire tra questi due mondi un territorio vasto e frequentato da coloro che intendono opporre identità e consumo, rivalutando un ruolo della ricerca sui modi di far teatro (anche quello di strada) prima che il teatro si fermi a far festa seppelito da grandi folle di spettatori.
Non é un segnale “contro” il pubblico quello che occorre, ma un segnale “per” e “con” il pubblico mettendo però a sua disposizione proposte comprensibili e diverse, senza far cadere comunque lo spazio dell’autonomia e della scelta da parte degli operatori.
Santarcangelo è divenuto negli ultimi anni un punto di riferimento per molti giovani gruppi teatrali italiani, e questo è l’aspetto fondamentale che rende vitale la nostra esperienza e il mio personale rispetto al Festival.
Questi gruppi non hanno però bisogno di essere confusi o travolti da una “massa” che Ii trasformi in elementi indifferenziati di un successo, bensì necessitano di essere messi a confronto professionalmente e culturalmente tra loro rispetto al loro stesso lavoro.
Allora nuove realtà si potranno sviluppare e potremo dire che Santarcangelo ha dimostrato con l’edizione 1980 che occorre recuperare il valore delle singole identità e dei singoli ruoli se si vuole ottenere un’utile “diversità”.
Da questo scaturisce la proposta di un’edizione 1980 articolata in due momenti:
- il primo, dal 25/6 al 1/7 che serva ai gruppi teatrali per svilupparsi, come singoli organismi o attraverso il confronto con altri gruppi e per “scegliere”;
- il secondo momento, dal 2 al 6 luglio, dovrà servire al pubblico di ogni sera, in base ad un programma prestabilito e ordinato, per cogliere attraverso gli spettacoli il senso del lavoro di molti gruppi italiani e stranieri presenti in questa edizione.
Quest’anno il Festival sarà coordinato con quello di Copparo (Ferrara) e quello di Polverigi (Ancona), questa scelta è stata fatta anche per rendere possibile una presa di posizione comune sulla necessità di un nuovo teatro che si rivolga a nuovi spettatori.
Ciascuno dei tre Festival, nella propria autonomia, non è quindi il sintomo dell’espandersi di una moda, ma l’elemento di una comune proposta per la ricerca e lo sviluppo di una nuova organizzazione della cultura teatrale.
il direttore artistico
Roberto Bacci
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