2015
Non ha un'immagine, questo Festival, e non ha un titolo.
Ha invece domande di ricerca, traiettorie, posizioni e dichiarazioni fortissime di artisti, linee che tengono insieme le opere e una piazza in cui ritrovarsi.
Due le questioni principali. La prima è una domanda sull’arte, su quel che può fare e che le è permesso di fare, nei contesti deputati e nello spazio pubblico.Sui suoi limiti anche, il punto in cui l'arte si fa scandalo, inciampo del senso comune, e rende instabile l’equilibrio tra il reale e il possibile.
La seconda riguarda il rapporto tra corpo e archivio, tra gesto e storia, tra danza e politica, ed è anche una questione di appropriazione, di creazione di linguaggio, di istituzione di un altro piano di realtà.
Lo spazio agonistico in cui queste linee di forza si incontrano e quello della piazza, sfera pubblica per eccellenza, evocazione di una moltitudine indomabile che il festival chiama e accoglie. Una moltitudine di artisti, di visioni, di lingue, di idee di scena e idee di mondo. E poi una moltitudine di sguardi, di cittadini e spettatori, di studenti, di passanti, e naturalmente di collaboratori e compagni di viaggio.
Un festival, sempre, si fa in tanti e si condivide con tanti, non si rivolge a uno spettatore ideale ma chiama a raccolta una comunità impossibile. E allo stesso modo un Festival, questo festival, è fatto dagli artisti e con gli artisti, individualità originali e inconciliabili, voci forti e necessarie dell'oggi.
A un artista abbiamo affidato anche lo spazio del manifesto, affinché letteralmente divenisse luogo della presa di parola dell'arte nella sfera del reale. “Guardare non è più un atto innocente” e “Sarà come non poter distogliere gli occhi dallo sguardo di Medusa". le due frasi scritte per Santarcangelo da Romeo Castellucci, parlano agli artisti e agli spettatori, e parlano anche a tutti noi come cittadini. Sono una domanda spalancata su quel che stiamo guardando, su quel che il teatro ci permette di guardare e ci obbliga a guardare. E sono anche, o forse soprattutto, un invito ad avere coraggio, il coraggio dell’incanto, del sostenere lo sguardo, del dichiarare un punto di vista.
SILVIA BOTTIROLI
Direttrice Artistica Santarcangelo Festival
10 - 19 luglio 2015
Ha invece domande di ricerca, traiettorie, posizioni e dichiarazioni fortissime di artisti, linee che tengono insieme le opere e una piazza in cui ritrovarsi.
Due le questioni principali. La prima è una domanda sull’arte, su quel che può fare e che le è permesso di fare, nei contesti deputati e nello spazio pubblico.Sui suoi limiti anche, il punto in cui l'arte si fa scandalo, inciampo del senso comune, e rende instabile l’equilibrio tra il reale e il possibile.
La seconda riguarda il rapporto tra corpo e archivio, tra gesto e storia, tra danza e politica, ed è anche una questione di appropriazione, di creazione di linguaggio, di istituzione di un altro piano di realtà.
Lo spazio agonistico in cui queste linee di forza si incontrano e quello della piazza, sfera pubblica per eccellenza, evocazione di una moltitudine indomabile che il festival chiama e accoglie. Una moltitudine di artisti, di visioni, di lingue, di idee di scena e idee di mondo. E poi una moltitudine di sguardi, di cittadini e spettatori, di studenti, di passanti, e naturalmente di collaboratori e compagni di viaggio.
Un festival, sempre, si fa in tanti e si condivide con tanti, non si rivolge a uno spettatore ideale ma chiama a raccolta una comunità impossibile. E allo stesso modo un Festival, questo festival, è fatto dagli artisti e con gli artisti, individualità originali e inconciliabili, voci forti e necessarie dell'oggi.
A un artista abbiamo affidato anche lo spazio del manifesto, affinché letteralmente divenisse luogo della presa di parola dell'arte nella sfera del reale. “Guardare non è più un atto innocente” e “Sarà come non poter distogliere gli occhi dallo sguardo di Medusa". le due frasi scritte per Santarcangelo da Romeo Castellucci, parlano agli artisti e agli spettatori, e parlano anche a tutti noi come cittadini. Sono una domanda spalancata su quel che stiamo guardando, su quel che il teatro ci permette di guardare e ci obbliga a guardare. E sono anche, o forse soprattutto, un invito ad avere coraggio, il coraggio dell’incanto, del sostenere lo sguardo, del dichiarare un punto di vista.
SILVIA BOTTIROLI
Direttrice Artistica Santarcangelo Festival
10 - 19 luglio 2015