2012
Anche per l’altro da sé
Primo festival di un nuovo triennio, scaturito dall’esperienza plurale di quello precedente che ci ha visti al fianco di tre artisti, Santarcangelo 12 porta il segno della pazienza, dell’entusiasmo, delle esitazioni con cui si e lavorato, e gia dal nome dichiara un essere appena fuori dall’infanzia e uno stare nel presente. È un festival che ha cercato di trovare la propria misura tra incertezze e azzardi, di ascoltare molto e ritagliarsi una libertà radicale, che non è la libertà del seguire solo se stessi, ma quella dell’abitare lo spazio di molti e di lavorare anche per l’altro da sé.
Si è curata in quest’anno, con difficoltà e con tenacia, la capacità di mettersi a disposizione, aspettare, disattendere qualche attesa, creare uno slargo nel tempo dove qualcosa potesse sopraggiungere. Si sono coltivati lo slancio gioioso, enfatico e incurante di sé, del richiamo all’avventura e all’ignoto, e il furore con cui si cerca in ciò che non si comprende - si cerca proprio perché non si comprende - e ci si confronta ogni giorno con lo stesso problema, in un perenne daccapo, ostinato, a volte davvero testardo, incompreso, e necessario. Si è guardato a noi e al teatro italiano ed europeo, alla sua memoria, al suo presente e alle sue forme nascenti, per indagare le Vite comuni attraverso la lente dell’arte: individui attraversati da sentimenti ed emozioni, da visioni del mondo e da immaginari, il teatro sa coglierci nella nostra fragilità e nel legame profondo con gli altri e con la Storia.
Nel costruire il programma, abbiamo messo in discussione i paradigmi consolidati del festival e gettato lo sguardo nello sconosciuto, ripensando alcuni luoghi - dalla piazza a edifici industriali in disuso - con la complicità di artisti che hanno saputo immaginare possibilità inaspettate; nel programmare alcuni spettacoli di giro, se non addirittura di repertorio, la dove ci sembrava importante (ri)vederli e collocarli in un altro contesto, nella convinzione che Santarcangelo non sia una vetrina ma un luogo di esperienza artistica; nell’aprire dialoghi internazionali con collettivi che hanno cinquant’anni di storia e con artisti alla loro prima creazione. Soprattutto, si sono immaginati molti progetti fuori formato rispetto al teatro, che sconfinano con semplicita e con spudoratezza nell’arte, nella scrittura, nel disegno e nel cinema, e si sono coinvolti bambini, anziani, cittadini e stranieri in creazioni di artisti capaci di operare un cortocircuito tra la scena e la vita, lontano da ogni forma televisiva e da ogni narcisismo, a ricordarci come l’arte sia un luogo di distillazione del reale, uno spazio dove è possibile esercitare uno sguardo di inesperienza e di coraggio e farsi vulnerabili a cio che non si sa e non si comprende, a ciò che non ci appartiene e a cui forse apparteniamo.
SILVIA BOTTIROLI
Direzione Artistica
RODOLFO SACCHETTINI, CRISTINA VENTRUCCI
Co-direzione artistica
13 - 22 luglio 2012
Primo festival di un nuovo triennio, scaturito dall’esperienza plurale di quello precedente che ci ha visti al fianco di tre artisti, Santarcangelo 12 porta il segno della pazienza, dell’entusiasmo, delle esitazioni con cui si e lavorato, e gia dal nome dichiara un essere appena fuori dall’infanzia e uno stare nel presente. È un festival che ha cercato di trovare la propria misura tra incertezze e azzardi, di ascoltare molto e ritagliarsi una libertà radicale, che non è la libertà del seguire solo se stessi, ma quella dell’abitare lo spazio di molti e di lavorare anche per l’altro da sé.
Si è curata in quest’anno, con difficoltà e con tenacia, la capacità di mettersi a disposizione, aspettare, disattendere qualche attesa, creare uno slargo nel tempo dove qualcosa potesse sopraggiungere. Si sono coltivati lo slancio gioioso, enfatico e incurante di sé, del richiamo all’avventura e all’ignoto, e il furore con cui si cerca in ciò che non si comprende - si cerca proprio perché non si comprende - e ci si confronta ogni giorno con lo stesso problema, in un perenne daccapo, ostinato, a volte davvero testardo, incompreso, e necessario. Si è guardato a noi e al teatro italiano ed europeo, alla sua memoria, al suo presente e alle sue forme nascenti, per indagare le Vite comuni attraverso la lente dell’arte: individui attraversati da sentimenti ed emozioni, da visioni del mondo e da immaginari, il teatro sa coglierci nella nostra fragilità e nel legame profondo con gli altri e con la Storia.
Nel costruire il programma, abbiamo messo in discussione i paradigmi consolidati del festival e gettato lo sguardo nello sconosciuto, ripensando alcuni luoghi - dalla piazza a edifici industriali in disuso - con la complicità di artisti che hanno saputo immaginare possibilità inaspettate; nel programmare alcuni spettacoli di giro, se non addirittura di repertorio, la dove ci sembrava importante (ri)vederli e collocarli in un altro contesto, nella convinzione che Santarcangelo non sia una vetrina ma un luogo di esperienza artistica; nell’aprire dialoghi internazionali con collettivi che hanno cinquant’anni di storia e con artisti alla loro prima creazione. Soprattutto, si sono immaginati molti progetti fuori formato rispetto al teatro, che sconfinano con semplicita e con spudoratezza nell’arte, nella scrittura, nel disegno e nel cinema, e si sono coinvolti bambini, anziani, cittadini e stranieri in creazioni di artisti capaci di operare un cortocircuito tra la scena e la vita, lontano da ogni forma televisiva e da ogni narcisismo, a ricordarci come l’arte sia un luogo di distillazione del reale, uno spazio dove è possibile esercitare uno sguardo di inesperienza e di coraggio e farsi vulnerabili a cio che non si sa e non si comprende, a ciò che non ci appartiene e a cui forse apparteniamo.
SILVIA BOTTIROLI
Direzione Artistica
RODOLFO SACCHETTINI, CRISTINA VENTRUCCI
Co-direzione artistica
13 - 22 luglio 2012