2011
Da quando ho iniziato a pensare al festival, la figura dell’attore é stata l’immagine guida di ogni mia indagine: l’attore come emblema concreto del fare-disfare-rifare, l’attore che chiama in causa lo spettatore, senza il quale non si ha teatro. Ora scheletro e misura della scena, ora punto di crisi, stonatura, margine, l’attore è per me parola-baratro, con il rigore anarchico della sua voce: un “venir fuori”, il manifestarsi dell’essere nel suo pudore, nella sua indecifrabile sessualità. L’attore elude le smanie di novità e, da esperto delle emozioni, sa trascinarci nella profondità della psiche.
Non parliamo di tradizione e di avanguardia, che sono agli occhi dei più categorie inservibili. Non parliamo di peso, l’attore non ha nessun peso nella carnevalata dei media. Mi colpisce al contrario il suo essere d’aria, il suo cavalcare sfrontato e leggero. Nell’antica Grecia gli attori venivano chiamati “tecnici di Dioniso”: la “tecnica” era insieme arte e conoscenza, tale parola indicava l’atto creativo e costitutivo del teatro.
Ora ho finalmente davanti agli occhi la mappa di questa edizione del festival: non é stato per me un itinerario concettuale, semmai un peregrinare tortuoso, un farmi attraversare da lampi di teatro, con l’intenzione di ideare e accompagnare piccole brecce suggerite dagli artisti o agli artisti, un’opera, una riflessione, una ricerca in fieri.
La natura di Santarcangelo 2011 è “corale”, e non solo per i tanti cori che avvolgeranno lo spazio urbano, orizzonte politico di quella comunità cui il teatro allude dalle origini: corale é il modo stesso in cui ha preso forma l’intero disegno, nel dialogo assiduo che ho tenuto con gli artisti in questi anni. E nello stesso tempo il festival svela anche una chiara natura “verticale”: ai cori si alterneranno le monadi, le figure-mondo di artisti il cui lavoro solitario ci interroga prepotente. Una verticalità resa evidente dal suo snodarsi dai teatri alle piazze, ai balconi, ai giardini, agli anfratti, abitati da attrici-cantanti e musicisti, fino al “muezzin” della poesia che ogni sera, dal punto piu alto della citta, la torre civica, canterà al crepuscolo i suoi “grazie” in versi.
ERMANNA MONTANARI
Direzione Artistica
8 - 17 luglio 2011
Santarcangelo 2009-2011 vede alla direzione del festival tre artisti dalle poetiche molto diverse e apparentemente inconciliabili. La nostra scommessa sta proprio qui: nel riunirci in un nucleo allargato, dove la vocazione visionaria, quella teorica e quella organizzativa si fondano in un unico corpo, e nel coniugare la radicalità delle singole visioni con la condivisione di un orizzonte in cui possa collocarsi la ricchezza di questo festival, luogo di pratiche teatrali di erenti e di sperimentazione corpo a corpo con la società.
Pensiamo a un festival che non si tiri indietro davanti alla sfida di incrociare il presente, consapevoli che tale sfida possa avvenire solo sotto stili e linguaggi di differenti; e se la terna dei direttori può far pensare a una staffetta siamo qui a sottolineare l’andamento unitario del nostro triennio, centrato su alcuni punti comuni sui quali lavoreremo insieme fino al 2011:
1. L’ideazione di un coordinamento critico-organizzativo triennale composto da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci.
2. L’avvio di un sistema di residenze da svolgersi nello spazio tra i festival, per dare occasione ai gruppi che lo vorranno di confrontarsi con noi e col coordinamento, nel vivo della pratica scenica, e per porre come centrale la questione della trasmissione del sapere scenico.
3. Il ritorno alla piazza, guardando alla tradizione di questi trentanove anni di festival, ai cittadini.
4. La scelta di una grafica comune per l’intero triennio, ad opera di un disegnatore che lavora a stretto contatto con la direzione artistica.
5. Lo slancio verso la costruzione di un teatro a Santarcangelo, pensata attraverso un recupero architettonico, antico desiderio mai realizzato.
6. La creazione di un’ospitalità a basso costo, perché si possa partecipare al festival con facilità.
7. La condivisione delle relazioni nazionali e internazionali delle nostre compagnie a favore del festival.
Ogni annualità avrà quindi il suo “colore” specifico, dato dal direttore che si incaricherà del disegno: ma come nella costruzione di un polittico a più ante, l’“opera” nascerà dal concorso di sguardi diversi e di un unico fare.
Chiara Guidi / Societas Raffaello Sanzio 2009
Enrico Casagrande / Motus 2010
Ermanna Montanari / Teatro delle Albe 2011
Non parliamo di tradizione e di avanguardia, che sono agli occhi dei più categorie inservibili. Non parliamo di peso, l’attore non ha nessun peso nella carnevalata dei media. Mi colpisce al contrario il suo essere d’aria, il suo cavalcare sfrontato e leggero. Nell’antica Grecia gli attori venivano chiamati “tecnici di Dioniso”: la “tecnica” era insieme arte e conoscenza, tale parola indicava l’atto creativo e costitutivo del teatro.
Ora ho finalmente davanti agli occhi la mappa di questa edizione del festival: non é stato per me un itinerario concettuale, semmai un peregrinare tortuoso, un farmi attraversare da lampi di teatro, con l’intenzione di ideare e accompagnare piccole brecce suggerite dagli artisti o agli artisti, un’opera, una riflessione, una ricerca in fieri.
La natura di Santarcangelo 2011 è “corale”, e non solo per i tanti cori che avvolgeranno lo spazio urbano, orizzonte politico di quella comunità cui il teatro allude dalle origini: corale é il modo stesso in cui ha preso forma l’intero disegno, nel dialogo assiduo che ho tenuto con gli artisti in questi anni. E nello stesso tempo il festival svela anche una chiara natura “verticale”: ai cori si alterneranno le monadi, le figure-mondo di artisti il cui lavoro solitario ci interroga prepotente. Una verticalità resa evidente dal suo snodarsi dai teatri alle piazze, ai balconi, ai giardini, agli anfratti, abitati da attrici-cantanti e musicisti, fino al “muezzin” della poesia che ogni sera, dal punto piu alto della citta, la torre civica, canterà al crepuscolo i suoi “grazie” in versi.
ERMANNA MONTANARI
Direzione Artistica
8 - 17 luglio 2011
Santarcangelo 2009-2011 vede alla direzione del festival tre artisti dalle poetiche molto diverse e apparentemente inconciliabili. La nostra scommessa sta proprio qui: nel riunirci in un nucleo allargato, dove la vocazione visionaria, quella teorica e quella organizzativa si fondano in un unico corpo, e nel coniugare la radicalità delle singole visioni con la condivisione di un orizzonte in cui possa collocarsi la ricchezza di questo festival, luogo di pratiche teatrali di erenti e di sperimentazione corpo a corpo con la società.
Pensiamo a un festival che non si tiri indietro davanti alla sfida di incrociare il presente, consapevoli che tale sfida possa avvenire solo sotto stili e linguaggi di differenti; e se la terna dei direttori può far pensare a una staffetta siamo qui a sottolineare l’andamento unitario del nostro triennio, centrato su alcuni punti comuni sui quali lavoreremo insieme fino al 2011:
1. L’ideazione di un coordinamento critico-organizzativo triennale composto da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci.
2. L’avvio di un sistema di residenze da svolgersi nello spazio tra i festival, per dare occasione ai gruppi che lo vorranno di confrontarsi con noi e col coordinamento, nel vivo della pratica scenica, e per porre come centrale la questione della trasmissione del sapere scenico.
3. Il ritorno alla piazza, guardando alla tradizione di questi trentanove anni di festival, ai cittadini.
4. La scelta di una grafica comune per l’intero triennio, ad opera di un disegnatore che lavora a stretto contatto con la direzione artistica.
5. Lo slancio verso la costruzione di un teatro a Santarcangelo, pensata attraverso un recupero architettonico, antico desiderio mai realizzato.
6. La creazione di un’ospitalità a basso costo, perché si possa partecipare al festival con facilità.
7. La condivisione delle relazioni nazionali e internazionali delle nostre compagnie a favore del festival.
Ogni annualità avrà quindi il suo “colore” specifico, dato dal direttore che si incaricherà del disegno: ma come nella costruzione di un polittico a più ante, l’“opera” nascerà dal concorso di sguardi diversi e di un unico fare.
Chiara Guidi / Societas Raffaello Sanzio 2009
Enrico Casagrande / Motus 2010
Ermanna Montanari / Teatro delle Albe 2011