2004
Il sottile discrimine della realtà
Nessun criterio anagrafico, tematico, linguistico o di genere è state preso in considerazione nel progettare questa edizione di Santarcangelo dei Teatri. Fin dall‘inizio è stato chiaro che si trattava di dare credito ad artisti disposti a mettersi realmente in gioco, a intraprendere o a perseguire Ia propria ricerca con la “disperata vitalità” cantata da Pasolini, “a giocare di contrappunto con la realtà", a rischiare il fallimento nel tentativo di contrastare il processo di derealizzazione che corrode Ie vite di tutti noi, magari creando suoni e immagini capaci di opporre resistenza all’ascoIto e allo sguardo, di non farsi consumare alla prima occhiata, proprio come gli orsi in bilico tra realtà e artificio scelti come emblema di questa edizione.
È quindi con gesto sconsideratamente politico che si è opposto al profluvio di sacrosante richieste di visibilità di un nuovo teatro a tutt'oggi perlopiù ignorato nelle stagioni dei teatri pubblici, l’esigenza di restituire al festival il suo intrinseco statuto di festività grazie a un programma che privilegia l’assunzione di rischio, come testimonia Ia presenza di numerose creazioni fuori formato, produttivamente e performativamente incompatibili alla feriale monotonia del cosiddetto “mercato teatrale”: spettacoli che durano dieci, venti o trenta minuti si alternano così a performance di sei ore, mentre dal chiuso di una piccola stanza semivuota si passa in un campo di mais caparbiamente coltivato per mesi o in una cava abbandonata trasformata in forno fusorio per campane.
In cerca di altri sguardi e nuovi confronti, il cartelIone di quest‘anno si volge inoltre con particolare attenzione all’orizzonte europeo, con sei diverse proposte inedite provenienti da Belgio, Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. Si tratta di proposte assai diverse tra loro sul piano dei linguaggi, ma tutte appaiono intente a liberare Ia scena dalla falsa equazione tra apparenza e valore per rendere di nuovo percepibile il sottile, affilato discrimine della realtà.
Il fatto, poi, che in questa edizione figurino ben cinque appuntamenti con la nuova danza (otto, considerando il prologo di giugno al Teatro degli Atti con Xavier Le Roy, Jéréme Bel e Alain Buffard, presentati nell’ambito dei progetto “La Francia si muove”) non è il segno di un interesse specifico per questa disciplina Ia scelta é dovuta piuttosto alla lucidità con cui oggi Ia danza sembra riuscire a raccontare la condizione di espropriazione dell’esperienza che accomuna diverse generazioni, illuminando uno degli aspetti fondamentali di una questione - quella dei difficili rapporti tra tradizione e innovazione - verso Ia quale Santarcangelo dei Teatri ha invece, storicamente, un interesse specifico, in quanto da sempre si rivolge, più che alla celebrazione di linguaggi consolidati, all’individuazione di inedite modalità espressive.
Nel tentativo di fornire al pubblico diverse chiavi per entrare nel lavoro degli artisti, sono stati programmati, inoltre, incontri a caldo con le compagnie e proiezioni di video e film realizzati dai gruppi ospiti come prodotti autonomi. In questa stessa prospettiva si colloca anche Ia rinascita, dopo un anno di interruzione, del Giornale del festival, realizzato da una redazione composta in gran parte da studenti dell'Università di Bologna grazie a una convenzione stipulata tra il festival e l’Università stessa.
II paesaggio che si configura è dunque il risultato di una ricognizione in cui il nomadismo dello sguardo incontra il nomadismo delle pratiche sceniche e musicali nel tentativo di tracciare una cartografia mobile in cui esuli e apolidi possano incontrarsi e controntarsi nel tentativo comune di ritrovare attraverso Ia scena un rapporto col presente libero dalle dittatoriali, smisurate angustie dell’intrattenimento forzato.
SILVIO CASTIGLIONI
Direzione Artistica
con la collaborazione di
SILVIA BOTTIROLI, MASSIMO EUSEBIO, ANDREA NANNI
2 - 11 luglio 2004
Nessun criterio anagrafico, tematico, linguistico o di genere è state preso in considerazione nel progettare questa edizione di Santarcangelo dei Teatri. Fin dall‘inizio è stato chiaro che si trattava di dare credito ad artisti disposti a mettersi realmente in gioco, a intraprendere o a perseguire Ia propria ricerca con la “disperata vitalità” cantata da Pasolini, “a giocare di contrappunto con la realtà", a rischiare il fallimento nel tentativo di contrastare il processo di derealizzazione che corrode Ie vite di tutti noi, magari creando suoni e immagini capaci di opporre resistenza all’ascoIto e allo sguardo, di non farsi consumare alla prima occhiata, proprio come gli orsi in bilico tra realtà e artificio scelti come emblema di questa edizione.
È quindi con gesto sconsideratamente politico che si è opposto al profluvio di sacrosante richieste di visibilità di un nuovo teatro a tutt'oggi perlopiù ignorato nelle stagioni dei teatri pubblici, l’esigenza di restituire al festival il suo intrinseco statuto di festività grazie a un programma che privilegia l’assunzione di rischio, come testimonia Ia presenza di numerose creazioni fuori formato, produttivamente e performativamente incompatibili alla feriale monotonia del cosiddetto “mercato teatrale”: spettacoli che durano dieci, venti o trenta minuti si alternano così a performance di sei ore, mentre dal chiuso di una piccola stanza semivuota si passa in un campo di mais caparbiamente coltivato per mesi o in una cava abbandonata trasformata in forno fusorio per campane.
In cerca di altri sguardi e nuovi confronti, il cartelIone di quest‘anno si volge inoltre con particolare attenzione all’orizzonte europeo, con sei diverse proposte inedite provenienti da Belgio, Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. Si tratta di proposte assai diverse tra loro sul piano dei linguaggi, ma tutte appaiono intente a liberare Ia scena dalla falsa equazione tra apparenza e valore per rendere di nuovo percepibile il sottile, affilato discrimine della realtà.
Il fatto, poi, che in questa edizione figurino ben cinque appuntamenti con la nuova danza (otto, considerando il prologo di giugno al Teatro degli Atti con Xavier Le Roy, Jéréme Bel e Alain Buffard, presentati nell’ambito dei progetto “La Francia si muove”) non è il segno di un interesse specifico per questa disciplina Ia scelta é dovuta piuttosto alla lucidità con cui oggi Ia danza sembra riuscire a raccontare la condizione di espropriazione dell’esperienza che accomuna diverse generazioni, illuminando uno degli aspetti fondamentali di una questione - quella dei difficili rapporti tra tradizione e innovazione - verso Ia quale Santarcangelo dei Teatri ha invece, storicamente, un interesse specifico, in quanto da sempre si rivolge, più che alla celebrazione di linguaggi consolidati, all’individuazione di inedite modalità espressive.
Nel tentativo di fornire al pubblico diverse chiavi per entrare nel lavoro degli artisti, sono stati programmati, inoltre, incontri a caldo con le compagnie e proiezioni di video e film realizzati dai gruppi ospiti come prodotti autonomi. In questa stessa prospettiva si colloca anche Ia rinascita, dopo un anno di interruzione, del Giornale del festival, realizzato da una redazione composta in gran parte da studenti dell'Università di Bologna grazie a una convenzione stipulata tra il festival e l’Università stessa.
II paesaggio che si configura è dunque il risultato di una ricognizione in cui il nomadismo dello sguardo incontra il nomadismo delle pratiche sceniche e musicali nel tentativo di tracciare una cartografia mobile in cui esuli e apolidi possano incontrarsi e controntarsi nel tentativo comune di ritrovare attraverso Ia scena un rapporto col presente libero dalle dittatoriali, smisurate angustie dell’intrattenimento forzato.
SILVIO CASTIGLIONI
Direzione Artistica
con la collaborazione di
SILVIA BOTTIROLI, MASSIMO EUSEBIO, ANDREA NANNI
2 - 11 luglio 2004