2002
Fellini e Shakespeare, Omero e Fausto Coppi, l'ultimissima letteratura anglo-americana, Genet, la danza che sconfina nella città la vocazione di un teatro popolare...
Quando ci trasportiamo in miti lontani, in favole teatrali o in scenari che raffigurano il nostro desolato quotidiano senza memoria, interroghiamo il senso contemporaneo della parola teatro, nelle forme, nei dubbi, nelle esaltazioni del vivere e del mettere in scena. Se il mondo d'oggi è sempre più proiettato nella finzione e nell'illusione, se sentiamo che la politica tradisce travisa più che tradurre la volontà dei cittadini, discostandosi dal bene comune, il teatro, al contrario, con il dislocamento in mondi lontani, conduce verso la linea d'ombra di uno smascheramento, allegro o doloroso, necessario.
Un festival per filtrare le difficolta e la rabbia con la medicina non conciliata dell'arte.
Questo festival da sempre sostiene il teatro indipendente, capace di sentire il polso del tempo e dei suoi linguaggi più dirompenti.
Oggi più che mai si e voluto investire una grandissima parte del magro bilancio sui progetti di artisti giovani, segno forte e preciso di un momento in cui il teatro italiano sembra schiudersi nel consolidato, nel commerciale, nel museo. Santarcangelo dialoga con Fellini per riallacciare i fili del sogno in un'Italia ingannata appena trascorsa e ancora urgente; lo fa attraverso un progetto di formazione per giovani attori il cui esito finale è diretto a quattro mani dal regista indiano Roysten Abel e dal napoletano Davide Iodice.
Con il Teatro delle Albe il Sogno shakespeariano si trasfigura in un incubo di armonie spezzate, in una notte di farsa e di morte, mentre l’Iliade del Teatrino Clandestino oscura le immagini in nome di una potente risonanza interiore del poema omerico. Lo sguardo di Motus si smarrisce in stanze e solitudini patinate, e il progetto "Rooms" culmina in una versione di "Splendid's" di Genet al Grand Hotel di Rimini.
Un velodromo viene allestito a Villa Torlonia per lo spettacolo del francese Théatre de la Mezzanine, ispirato all’epopea del ciclismo.
Poi la danza a cielo aperto di Virgilio Sieni, tra incanto e disincanto, e molte altre notti e molti altri palcoscenici peril teatro irriducibile, il talento e l'originalità di artisti italiani e stranieri, tra narrazione e comicità, rilettura dei classici e radicale invenzione.
Infine laboratori, premi, convegni e incontri; e una rassegna quanto mai ricca, nutrita e varia di musiche etniche nella piazza e nel Circo Inferno Cabaret, la porta del festival sulla notte, luogo di ristoro e incontro, e oggi anche di riflessione: un altro contributo per tracciare la nostra mappa in tempi di confusione e di sonno intellettuale.
SILVIO CASTIGLIONI
Direzione Artistica
MASSIMO MARINO
Co-direzione artistica
MASSIMO EUSEBIO
Progetto musicale
5 - 14 luglio 2002
Quando ci trasportiamo in miti lontani, in favole teatrali o in scenari che raffigurano il nostro desolato quotidiano senza memoria, interroghiamo il senso contemporaneo della parola teatro, nelle forme, nei dubbi, nelle esaltazioni del vivere e del mettere in scena. Se il mondo d'oggi è sempre più proiettato nella finzione e nell'illusione, se sentiamo che la politica tradisce travisa più che tradurre la volontà dei cittadini, discostandosi dal bene comune, il teatro, al contrario, con il dislocamento in mondi lontani, conduce verso la linea d'ombra di uno smascheramento, allegro o doloroso, necessario.
Un festival per filtrare le difficolta e la rabbia con la medicina non conciliata dell'arte.
Questo festival da sempre sostiene il teatro indipendente, capace di sentire il polso del tempo e dei suoi linguaggi più dirompenti.
Oggi più che mai si e voluto investire una grandissima parte del magro bilancio sui progetti di artisti giovani, segno forte e preciso di un momento in cui il teatro italiano sembra schiudersi nel consolidato, nel commerciale, nel museo. Santarcangelo dialoga con Fellini per riallacciare i fili del sogno in un'Italia ingannata appena trascorsa e ancora urgente; lo fa attraverso un progetto di formazione per giovani attori il cui esito finale è diretto a quattro mani dal regista indiano Roysten Abel e dal napoletano Davide Iodice.
Con il Teatro delle Albe il Sogno shakespeariano si trasfigura in un incubo di armonie spezzate, in una notte di farsa e di morte, mentre l’Iliade del Teatrino Clandestino oscura le immagini in nome di una potente risonanza interiore del poema omerico. Lo sguardo di Motus si smarrisce in stanze e solitudini patinate, e il progetto "Rooms" culmina in una versione di "Splendid's" di Genet al Grand Hotel di Rimini.
Un velodromo viene allestito a Villa Torlonia per lo spettacolo del francese Théatre de la Mezzanine, ispirato all’epopea del ciclismo.
Poi la danza a cielo aperto di Virgilio Sieni, tra incanto e disincanto, e molte altre notti e molti altri palcoscenici peril teatro irriducibile, il talento e l'originalità di artisti italiani e stranieri, tra narrazione e comicità, rilettura dei classici e radicale invenzione.
Infine laboratori, premi, convegni e incontri; e una rassegna quanto mai ricca, nutrita e varia di musiche etniche nella piazza e nel Circo Inferno Cabaret, la porta del festival sulla notte, luogo di ristoro e incontro, e oggi anche di riflessione: un altro contributo per tracciare la nostra mappa in tempi di confusione e di sonno intellettuale.
SILVIO CASTIGLIONI
Direzione Artistica
MASSIMO MARINO
Co-direzione artistica
MASSIMO EUSEBIO
Progetto musicale
5 - 14 luglio 2002