2001
FAVOLA NERA
Nera di allegria
Uno spazio libero. Per l'arte. Dove si possa far crescere, giorno per giorno, un lavoro, una ricerca, un desiderio. Dove ci si possa prendere il tempo. Un tempo totale. Dove si possa discutere, mostrarsi, guardare, ascoltare, incontrare volti, emozioni, intelligenze. Un luogo dove provare a inventare qualcosa che non c’è ancora.
Esiste un simile paese dei balocchi? Non vi si correrà, forse, il rischio, dato un mondo reale sempre più gonfio di inquietanti incanti, di farsi spuntare le orecchie d'asino, di essere bocciati per troppa sensibilità, disponibilità, antieconomica utopia?
Se da qualche parte un tale luogo esiste, forse somiglia, almeno un po', al Festival di Santarcangelo.
Una favola, quella dell'ascolto, dello sguardo al futuro, del bene comune, del fare cittadinanza e anima con l'arte. Una favola: qualcosa a cui si crede poco in questi giorni.
Favola nera: di rabbia, di mostri del bene e del male, di pulsioni del profondo, quelle che non trovano fuga nel virtuale. Nera ma non triste. Nera di allegria, come lo è la vita dopo una grave malattia.
Tracce di futuro
Per questo il trentunesimo Festival parte con uno sguardo rivolto ai giovani, al teatro di domani, ospitando come prologo al Festival, dal 29 giugno all'1 luglio, le finali del Premio Scenario: undici spettacoli in embrione si presentano come scena del futuro. E poi, durante il Festival, verranno ospitati il premio della rivista "Lo Straniero" (presieduto da Goffredo Fofi) alle nuove realtà che emergono in arti diverse, oltre al premio teatrale intitolato a Giuseppe Bartolucci (coordinato da Franco Quadri) e rivolto ai gruppi emergenti.
Per questo il trentunesimo Festival approfondisce le drammaturgie di percorsi scenici peculiari; e indaga la danza, evidenzia la ricerca sui linguaggi, l'invenzione di mondi fatti di arti, di realtà e di sogni.
Territori dell’indisciplina
Parteciperanno a questa trentunesima edizione, meno che mai pacificata, i nuovi nomi della scena italiana: Motus, con "Room 484" e con "Visio Gloriosa", Teatrino Clandestino, con "Hedda Gabler" con un laboratorio che prepara I’"Iliade£ (in coproduzione per l'anno prossimo insieme a vari festival europei), Fanny & Alexander con "Requiem", Kinkaleri con la prima di "My love for you will never die": visioni fuori centro, percorsi deformati, condotte artistiche indisciplinate.
L'Europa delle drammaturgie
L'affondo nelle drammaturgie parte con "Se la nuì", il nuovo lavoro di un maestro sui generis come Alfonso Santagata, che aggredirà uno dei luoghi simbolo dell'immaginario rivierasco, una colonia marina abbandonata, attingendo testi dalle desolazioni della drammaturgia europea più recente. Un altro ”mostro" della scena contemporanea, Enzo Moscato, condurrà le notti del Festival nel suo contaminato, poetico "Ritornanti". E Massimo Schuster debutterà al Festival, con i paladini di Carlo Magno figurati da
Enrico Baj. Leonardo Capuano presenterà tre spettacoli, tre tappe di un'unica profonda ossessione. Maurizio Lupinelli sara "Ella" di Achternbusch. Krypton, con musiche e ritmi del Parto delle nuvole pesanti, mette in scena "Roccu u stortu", matto di paese calabrese alla Grande Guerra, da un testo segnalato al Premio Ater Riccione.
Una nuova compagnia, Garabombo T., denuncia lo scandalo Aids utilizzando una vasta bibliografia e fonti attinte da internet. Mariano Dammacco torna al Festival con una "Kommedia all’italiana" interpretata da giovanissimi, mentre Domenico Castaldo ricostruisce, con il suo lavoro fisico totale, l'impresa degli Argonauti. Infine il Festival di Santarcangelo celebrerà il centenario verdiano, a modo suo, con l'Aida dialettale e farsesca di fine Ottocento nell'aIIestimento di "Rosaspina", che mescola i soldati di Fladames e i contadini delle sciagurate imprese coloniali italiane, gli schiavi etiopi e gli immigrati d'oggi. Infine si mangerà, con il Teatro delle Ariette che trasforma una biografia generazionale in pranzo-spettacolo.
Coreografie del Nord
Dall'estero torneranno coreografi italiani emigrati come Francesco Scavetta, che presenta due creazioni clownesche accompagnato dalla sua compagnia norvegese Wee; mentre dal Belgio arriva Enzo Pezzella, alle prese con l'italianissima e universalissima storia di Pinocchio.
Comicità surreale al Circo Inferno Cabaret
Ci saranno laboratori (con Riccardo Caporossi, Cesar Brie, Teatrino Clandestino, Enzo Pezzella e Gianluca Reggiani), spettacoli e parate per strade e piazze. Sotto il tendone del Circo Inferno Cabaret un gran galà di comici con Angela Finocchiaro, Gene Gnocchi e Luciana Littizzetto; e nella piazza grande le musiche del mondo dei Tamburi nella notte. E poi incontri per cercare di capire che prospettive ha il lavoro culturale nel nostro paese. Una domanda al centro di tutto, posta a politici, amministratori, spettatori, artisti, intellettuali e organizzatori che ci seguono o che ci ignorano: come può, Santarcangelo dei Teatri, continuare a scrivere la propria favola?
SILVIO CASTIGLIONI
Direzione Artistica
MASSIMO MARINO
Co-direzione artistica
6 - 15 luglio 2001
Nera di allegria
Uno spazio libero. Per l'arte. Dove si possa far crescere, giorno per giorno, un lavoro, una ricerca, un desiderio. Dove ci si possa prendere il tempo. Un tempo totale. Dove si possa discutere, mostrarsi, guardare, ascoltare, incontrare volti, emozioni, intelligenze. Un luogo dove provare a inventare qualcosa che non c’è ancora.
Esiste un simile paese dei balocchi? Non vi si correrà, forse, il rischio, dato un mondo reale sempre più gonfio di inquietanti incanti, di farsi spuntare le orecchie d'asino, di essere bocciati per troppa sensibilità, disponibilità, antieconomica utopia?
Se da qualche parte un tale luogo esiste, forse somiglia, almeno un po', al Festival di Santarcangelo.
Una favola, quella dell'ascolto, dello sguardo al futuro, del bene comune, del fare cittadinanza e anima con l'arte. Una favola: qualcosa a cui si crede poco in questi giorni.
Favola nera: di rabbia, di mostri del bene e del male, di pulsioni del profondo, quelle che non trovano fuga nel virtuale. Nera ma non triste. Nera di allegria, come lo è la vita dopo una grave malattia.
Tracce di futuro
Per questo il trentunesimo Festival parte con uno sguardo rivolto ai giovani, al teatro di domani, ospitando come prologo al Festival, dal 29 giugno all'1 luglio, le finali del Premio Scenario: undici spettacoli in embrione si presentano come scena del futuro. E poi, durante il Festival, verranno ospitati il premio della rivista "Lo Straniero" (presieduto da Goffredo Fofi) alle nuove realtà che emergono in arti diverse, oltre al premio teatrale intitolato a Giuseppe Bartolucci (coordinato da Franco Quadri) e rivolto ai gruppi emergenti.
Per questo il trentunesimo Festival approfondisce le drammaturgie di percorsi scenici peculiari; e indaga la danza, evidenzia la ricerca sui linguaggi, l'invenzione di mondi fatti di arti, di realtà e di sogni.
Territori dell’indisciplina
Parteciperanno a questa trentunesima edizione, meno che mai pacificata, i nuovi nomi della scena italiana: Motus, con "Room 484" e con "Visio Gloriosa", Teatrino Clandestino, con "Hedda Gabler" con un laboratorio che prepara I’"Iliade£ (in coproduzione per l'anno prossimo insieme a vari festival europei), Fanny & Alexander con "Requiem", Kinkaleri con la prima di "My love for you will never die": visioni fuori centro, percorsi deformati, condotte artistiche indisciplinate.
L'Europa delle drammaturgie
L'affondo nelle drammaturgie parte con "Se la nuì", il nuovo lavoro di un maestro sui generis come Alfonso Santagata, che aggredirà uno dei luoghi simbolo dell'immaginario rivierasco, una colonia marina abbandonata, attingendo testi dalle desolazioni della drammaturgia europea più recente. Un altro ”mostro" della scena contemporanea, Enzo Moscato, condurrà le notti del Festival nel suo contaminato, poetico "Ritornanti". E Massimo Schuster debutterà al Festival, con i paladini di Carlo Magno figurati da
Enrico Baj. Leonardo Capuano presenterà tre spettacoli, tre tappe di un'unica profonda ossessione. Maurizio Lupinelli sara "Ella" di Achternbusch. Krypton, con musiche e ritmi del Parto delle nuvole pesanti, mette in scena "Roccu u stortu", matto di paese calabrese alla Grande Guerra, da un testo segnalato al Premio Ater Riccione.
Una nuova compagnia, Garabombo T., denuncia lo scandalo Aids utilizzando una vasta bibliografia e fonti attinte da internet. Mariano Dammacco torna al Festival con una "Kommedia all’italiana" interpretata da giovanissimi, mentre Domenico Castaldo ricostruisce, con il suo lavoro fisico totale, l'impresa degli Argonauti. Infine il Festival di Santarcangelo celebrerà il centenario verdiano, a modo suo, con l'Aida dialettale e farsesca di fine Ottocento nell'aIIestimento di "Rosaspina", che mescola i soldati di Fladames e i contadini delle sciagurate imprese coloniali italiane, gli schiavi etiopi e gli immigrati d'oggi. Infine si mangerà, con il Teatro delle Ariette che trasforma una biografia generazionale in pranzo-spettacolo.
Coreografie del Nord
Dall'estero torneranno coreografi italiani emigrati come Francesco Scavetta, che presenta due creazioni clownesche accompagnato dalla sua compagnia norvegese Wee; mentre dal Belgio arriva Enzo Pezzella, alle prese con l'italianissima e universalissima storia di Pinocchio.
Comicità surreale al Circo Inferno Cabaret
Ci saranno laboratori (con Riccardo Caporossi, Cesar Brie, Teatrino Clandestino, Enzo Pezzella e Gianluca Reggiani), spettacoli e parate per strade e piazze. Sotto il tendone del Circo Inferno Cabaret un gran galà di comici con Angela Finocchiaro, Gene Gnocchi e Luciana Littizzetto; e nella piazza grande le musiche del mondo dei Tamburi nella notte. E poi incontri per cercare di capire che prospettive ha il lavoro culturale nel nostro paese. Una domanda al centro di tutto, posta a politici, amministratori, spettatori, artisti, intellettuali e organizzatori che ci seguono o che ci ignorano: come può, Santarcangelo dei Teatri, continuare a scrivere la propria favola?
SILVIO CASTIGLIONI
Direzione Artistica
MASSIMO MARINO
Co-direzione artistica
6 - 15 luglio 2001