1993
VOCI UMANE SEMPRE PRESENTI
C'è aria di cambiamento, nella società italiana come nel piccolo mondo teatrale e persino a Santarcangelo. Potrebbe essere un'occasione per cambiare in meglio. Ma non è detto che ciò avvenga. I correttivi apportati in ambito politico lasciano in ombra un settore come il teatro, dove persiste il sottogoverno e comandano dei campioni di incompetenza, i rappresentanti dei peggiori anni ottanta. Per quanto riguarda il nostro ente il passaggio è ulteriormente complicato da una situazione finanziaria ai limiti della paralisi e dall'incertezza della riforma istituzionale. Non solo il tempo utile è già abbondantemente scaduto, ma c'è una latitanza di contenuti, di dibattito, di idee e progetti. Mentre qui come altrove non pochi professionisti validi si allontanano da un meccanismo amministrativo che tende solo a comprometterli.
Ciò che sconcerta maggiormente è l'assenza di alternative al vecchio sistema, assenza di cui potrebbero approfittare i responsabili del malgoverno culturale per restare in sella magari un altro decennio. L'unica speranza è che coloro che lo fanno, il teatro, riescano a dare una spallata al sistema facendo leva su di una semplice e radicale constatazione: l’attuale nomenclatura del potere teatrale (chi controlla risorse, sovvenzioni, teatri ecc.) ha espulso al suo esterno e ridotto al rango di mendicanti i migliori talenti, ossia coloro che rappresentano l'arte, la competenza organizzativa, lo studio. Si tratta di ristabilire un equilibrio ecologico.
In Emilia-Romagna, come nel resto d'Italia, questa situazione è macroscopica. Si potrebbe dunque esigere un cambiamento sulla base di questa ragione, che sarebbe chiara a tutta l’opinione pubblica e politicamente inattaccabile. Anche esagerando per cominciare.
Per quanto ci riguarda il ventitreesimo festival vuole ribadire che il teatro indipendente è una parte importante del nuovo.
Perciò: Voci umane sempre presenti.
ANTONIO ATTISANI
Direzione Artistica
6 - 11 luglio 1993
C'è aria di cambiamento, nella società italiana come nel piccolo mondo teatrale e persino a Santarcangelo. Potrebbe essere un'occasione per cambiare in meglio. Ma non è detto che ciò avvenga. I correttivi apportati in ambito politico lasciano in ombra un settore come il teatro, dove persiste il sottogoverno e comandano dei campioni di incompetenza, i rappresentanti dei peggiori anni ottanta. Per quanto riguarda il nostro ente il passaggio è ulteriormente complicato da una situazione finanziaria ai limiti della paralisi e dall'incertezza della riforma istituzionale. Non solo il tempo utile è già abbondantemente scaduto, ma c'è una latitanza di contenuti, di dibattito, di idee e progetti. Mentre qui come altrove non pochi professionisti validi si allontanano da un meccanismo amministrativo che tende solo a comprometterli.
Ciò che sconcerta maggiormente è l'assenza di alternative al vecchio sistema, assenza di cui potrebbero approfittare i responsabili del malgoverno culturale per restare in sella magari un altro decennio. L'unica speranza è che coloro che lo fanno, il teatro, riescano a dare una spallata al sistema facendo leva su di una semplice e radicale constatazione: l’attuale nomenclatura del potere teatrale (chi controlla risorse, sovvenzioni, teatri ecc.) ha espulso al suo esterno e ridotto al rango di mendicanti i migliori talenti, ossia coloro che rappresentano l'arte, la competenza organizzativa, lo studio. Si tratta di ristabilire un equilibrio ecologico.
In Emilia-Romagna, come nel resto d'Italia, questa situazione è macroscopica. Si potrebbe dunque esigere un cambiamento sulla base di questa ragione, che sarebbe chiara a tutta l’opinione pubblica e politicamente inattaccabile. Anche esagerando per cominciare.
Per quanto ci riguarda il ventitreesimo festival vuole ribadire che il teatro indipendente è una parte importante del nuovo.
Perciò: Voci umane sempre presenti.
ANTONIO ATTISANI
Direzione Artistica
6 - 11 luglio 1993