1992
TEATRO PER BANDE E PREDATORI SOLITARI
3 - 12 luglio
direzione artistica ANTONIO ATTISANI
Vista da lontano l'ltalia appare meglio per quello che è un piccolo paese rissoso, abbastanza ricco e molto volgare, cosparso di rovine culturali, nel quale un attività come il teatro è a prima vista insignificante e perdente, come ogni forma di azione non-violenta. Ma il teatro è uno dei pochi mezzi per traversare il mare di volgarità in cui ci troviamo, seppure con il suo statuto ambiguo, perché la scena non può che riflettere il mondo e dunque le sue facce, soprattutto quella quotidiana fatta di competitività e sopraffazione, spettacolo e consumismo esasperato. E nessuno di noi è estraneo al mondo in cui vive: spesso i confini, anche tra spettacolo e cultura. sono irreversibili. Strana situazione di un medium pacifico che fa della violenza il suo logos e the vive immerso nella brutalità dei rapporti amministrativi propri delta società del business-spettacolo.
Teatro sul filo del rasoio. Rischiamo di assomigliare/essere come le figure del mondo contro cui è rivolta la nostra azione. lnevitabile. A Santarcangelo tutto ciò si rivela nel modo più scoperto.
È troppo presto per definire in termini storici la stagione teatrale che stiamo vivendo all'insegna dell'incertezza, con risultati non sempre logicamente conseguenti alle circostanze date: riuscite, fallimenti e prodotti di mestiere nascono nella situazione di cui s'è detto.
Possiamo garantire soltanto l'intensità del lavoro preparatorio, Io scambio intenso con le (e delle) compagnie, la qualità del processo insomma. Circa i risultati possiamo dire che del valore di molti di essi siamo certi. Che senzaltro da tanto impiego di energia - fisica e mentaIe, creativa o politica - non può che conseguire un'esperienza interessante.
Teatro per bande (senza troppo insistere sulle formule) per scontornare la fase e l'atteggiamento positivo con cui si affrontano le difficoltà. Confronto con il nuovo teatro francese, cugini dall'estetica diversissima ma dai temi di lavoro affini. Piazza con il rap (che è coro: soggetto partante collettivo e coreografia dionisiaca) e Leo Bassi, saggio eterno ribelle.
E tanti debutti di formazioni italiane, note e meno note o addirittura sconosciute, in una giostra di motivi culturali, politici, estetici e di motivazioni esistenziali che, al
di là dell'effetto plurale, significano forse l‘avvento di una nuova stagione creativa. A noi. qui a Santarcangelo, pare così. Non solo gli estremi come le realtà virtuali e i riti dei monaci tibetani dialogano fra Ioro, ma anche tutti gli altri che hanno scelto questo Iuogo per incontrare voi, gli spettatori.
Scarica il catalogo
3 - 12 luglio
direzione artistica ANTONIO ATTISANI
Vista da lontano l'ltalia appare meglio per quello che è un piccolo paese rissoso, abbastanza ricco e molto volgare, cosparso di rovine culturali, nel quale un attività come il teatro è a prima vista insignificante e perdente, come ogni forma di azione non-violenta. Ma il teatro è uno dei pochi mezzi per traversare il mare di volgarità in cui ci troviamo, seppure con il suo statuto ambiguo, perché la scena non può che riflettere il mondo e dunque le sue facce, soprattutto quella quotidiana fatta di competitività e sopraffazione, spettacolo e consumismo esasperato. E nessuno di noi è estraneo al mondo in cui vive: spesso i confini, anche tra spettacolo e cultura. sono irreversibili. Strana situazione di un medium pacifico che fa della violenza il suo logos e the vive immerso nella brutalità dei rapporti amministrativi propri delta società del business-spettacolo.
Teatro sul filo del rasoio. Rischiamo di assomigliare/essere come le figure del mondo contro cui è rivolta la nostra azione. lnevitabile. A Santarcangelo tutto ciò si rivela nel modo più scoperto.
È troppo presto per definire in termini storici la stagione teatrale che stiamo vivendo all'insegna dell'incertezza, con risultati non sempre logicamente conseguenti alle circostanze date: riuscite, fallimenti e prodotti di mestiere nascono nella situazione di cui s'è detto.
Possiamo garantire soltanto l'intensità del lavoro preparatorio, Io scambio intenso con le (e delle) compagnie, la qualità del processo insomma. Circa i risultati possiamo dire che del valore di molti di essi siamo certi. Che senzaltro da tanto impiego di energia - fisica e mentaIe, creativa o politica - non può che conseguire un'esperienza interessante.
Teatro per bande (senza troppo insistere sulle formule) per scontornare la fase e l'atteggiamento positivo con cui si affrontano le difficoltà. Confronto con il nuovo teatro francese, cugini dall'estetica diversissima ma dai temi di lavoro affini. Piazza con il rap (che è coro: soggetto partante collettivo e coreografia dionisiaca) e Leo Bassi, saggio eterno ribelle.
E tanti debutti di formazioni italiane, note e meno note o addirittura sconosciute, in una giostra di motivi culturali, politici, estetici e di motivazioni esistenziali che, al
di là dell'effetto plurale, significano forse l‘avvento di una nuova stagione creativa. A noi. qui a Santarcangelo, pare così. Non solo gli estremi come le realtà virtuali e i riti dei monaci tibetani dialogano fra Ioro, ma anche tutti gli altri che hanno scelto questo Iuogo per incontrare voi, gli spettatori.
Antonio Attisani
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