1975
12 - 27 luglio
direzione artistica PIERO PATINO
Il 5° Festival
Accingendoci ad inaugurare Ia quinta edizione del Festival avvertiamo la necessita di fare chiarezza intorno ad alcune scelte del programma di quest'anno.
- Se è vero che teatro in piazza. nell'accezione del nostro festival, significa tendere a rompere il monopolio di un teatro tradizionale. mercificato al pari di qualsiasi altro bene di consumo, ed a restituire al teatro la sua Vera funzione culturale;
- Se è vero che col nostro festival intendiamo dare un contributo, modesto ma appassionato, affinché il teatro recuperi la sua funzione sociale oltre che artistica;
- Se, infine, è vero che il nostro è un teatro che ricerca il suo pubblico nelle grandi masse popolari e che trova la sua ispirazione nei problemi e nelle lotte del popolo, così come, nella piazza cerca di stabilire una continuità, anche fisica, fra i luoghi della vita di ogni giorno e lA rappresentazione scenica dei problemi, dei sentimenti, degli eventi, dei conflitti della collettività e nella collettività;
- Se tutto cio é vero, e ne siamo certi, non poteva mancare nel programma di questo quinto festival, l'evento epico che dopo il primo Risorgimento ha visto protagonista e vincitore il nostro popolo: la Resistenza antifascista e la vittoria contro la barbarie.
La celebrazione del trentennale della vittoria contro il nazifascismo, specie in considerazione della recrudescenza in ltalia di forme deliquenziali e squadristiche neofasciste al servizio di Ioschi interessi nazionali ed internazionali. nonché le lotte recenti (talune gia vittoriose, altre ancora in essere) di altri popoli in altri paesi del mondo, fanno si che la celebrazione della Resistenza in ltalia non debba e non sia commemorazione di un evento storico trascorso e concluso. che susciti orgoglio, fierezza e commozione al ricordo.
La Resistenza continua. E continua, oggi, in Italia e in tutto il mondo.
Finche ci sara un solo popolo, nel paese più piccolo e sperduto del mondo impegnato nella lotta per la propria libertà e per la propria dignità, contro ogni tipo possibile di oppressione.
Tutto cio. che costituisce il nostro convincimento e il nostro impegno civile, politico e culturale abbiamo cercato di proporre con il nostro programma.
L'attività culturale non puo procedere ignorando quanto accade o, evitando il giudizio o, peggio, fingendo di ignorare un'ingiustizia per il timore di doverla combattere o per falso neutralismo.
Riteniamo non possa esservi alcun tipo di cultura là dove alligna il fascismo di qualsivoglia genere, il paternalismo, ogni forma di autoritarismo e sopraffazione.
ll naturale impegno del quinto festival non poteva non essere che quello di richiamare |'attenzione dei giovani e la memoria dei meno giovani alla passata esperienza italiana, di rivivere con tutti le esperienze ora vittoriose della Grecia, del Portogallo, del Vietnam, della Cambogia, la tragedia del Cile, la drammatica esperienza spagnola.
Ecco perché il nostro festival che trae la sua prima origine da una impostazione democratica e civile che lo ha sempre caratterizzato, ha voluto accentuare quest'anno il proprio impegno antifascista e progressista assolutamente irreversibile e presentare, fra Ie sue serate, spettacoli nei quali quell'impostazione e quell'impegnio vengano ribaditi dall'lncontro attivo tra attori, registi e pubblico, nel comune ideale, che va difeso giorno per giorno, di una società Iibera nella quale la cultura sia consapevolezza di ognuno.
Scarica il catalogo
direzione artistica PIERO PATINO
Il 5° Festival
Accingendoci ad inaugurare Ia quinta edizione del Festival avvertiamo la necessita di fare chiarezza intorno ad alcune scelte del programma di quest'anno.
- Se è vero che teatro in piazza. nell'accezione del nostro festival, significa tendere a rompere il monopolio di un teatro tradizionale. mercificato al pari di qualsiasi altro bene di consumo, ed a restituire al teatro la sua Vera funzione culturale;
- Se è vero che col nostro festival intendiamo dare un contributo, modesto ma appassionato, affinché il teatro recuperi la sua funzione sociale oltre che artistica;
- Se, infine, è vero che il nostro è un teatro che ricerca il suo pubblico nelle grandi masse popolari e che trova la sua ispirazione nei problemi e nelle lotte del popolo, così come, nella piazza cerca di stabilire una continuità, anche fisica, fra i luoghi della vita di ogni giorno e lA rappresentazione scenica dei problemi, dei sentimenti, degli eventi, dei conflitti della collettività e nella collettività;
- Se tutto cio é vero, e ne siamo certi, non poteva mancare nel programma di questo quinto festival, l'evento epico che dopo il primo Risorgimento ha visto protagonista e vincitore il nostro popolo: la Resistenza antifascista e la vittoria contro la barbarie.
La celebrazione del trentennale della vittoria contro il nazifascismo, specie in considerazione della recrudescenza in ltalia di forme deliquenziali e squadristiche neofasciste al servizio di Ioschi interessi nazionali ed internazionali. nonché le lotte recenti (talune gia vittoriose, altre ancora in essere) di altri popoli in altri paesi del mondo, fanno si che la celebrazione della Resistenza in ltalia non debba e non sia commemorazione di un evento storico trascorso e concluso. che susciti orgoglio, fierezza e commozione al ricordo.
La Resistenza continua. E continua, oggi, in Italia e in tutto il mondo.
Finche ci sara un solo popolo, nel paese più piccolo e sperduto del mondo impegnato nella lotta per la propria libertà e per la propria dignità, contro ogni tipo possibile di oppressione.
Tutto cio. che costituisce il nostro convincimento e il nostro impegno civile, politico e culturale abbiamo cercato di proporre con il nostro programma.
L'attività culturale non puo procedere ignorando quanto accade o, evitando il giudizio o, peggio, fingendo di ignorare un'ingiustizia per il timore di doverla combattere o per falso neutralismo.
Riteniamo non possa esservi alcun tipo di cultura là dove alligna il fascismo di qualsivoglia genere, il paternalismo, ogni forma di autoritarismo e sopraffazione.
ll naturale impegno del quinto festival non poteva non essere che quello di richiamare |'attenzione dei giovani e la memoria dei meno giovani alla passata esperienza italiana, di rivivere con tutti le esperienze ora vittoriose della Grecia, del Portogallo, del Vietnam, della Cambogia, la tragedia del Cile, la drammatica esperienza spagnola.
Ecco perché il nostro festival che trae la sua prima origine da una impostazione democratica e civile che lo ha sempre caratterizzato, ha voluto accentuare quest'anno il proprio impegno antifascista e progressista assolutamente irreversibile e presentare, fra Ie sue serate, spettacoli nei quali quell'impostazione e quell'impegnio vengano ribaditi dall'lncontro attivo tra attori, registi e pubblico, nel comune ideale, che va difeso giorno per giorno, di una società Iibera nella quale la cultura sia consapevolezza di ognuno.
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