1973
18 - 29 luglio
direzione artistica PIERO PATINO
Il terzo Festival
Mentre ci accingiamo ad inaugurare la terza edizione del Festval del Teatro in piazza, avvertiamo la necessità di fare chiarezza su alcune scelte del programma di quest'anno.
- Se è vero che Teatro in piazza significa tendere a rompere il monopolio di un teatro tradizionale, mercificato al pari di qualsiasi altro bene di consumo, restituendo al teatro la sua vera funzione culturale;
- se è vero che col nostro Festival intendiamo dare un contributo, modesto ma appassionato, affinchè il teatro recuperi la sua funzione sociale oltre che artistica;
- se, infine, è vero che il nostro è un teatro che ricerca il suo pubblico nelle grandi masse popolari e che trova la sua ispirazione nei problemi e nelle lotte della gente del popolo, cosi come, nella piazza cerca di stabilire una continuità anche fisica fra i luoghi che sono della vita di ogni giorno e la rappresentazione scenica delle reali esigenze, dei problemi, dei sentimenti, e degli eventi che il vivere quotidiano implica;
-se tutto ciò è vero, e ne siamo certi, non poteva mancare, nel programma di questo 3° Festival, uno dei motivi e degli eventi più seriamente caratterizzanti del nostro popolo in quest'ultimo periodo segnatamente in quest'ultimo anno.
La recrudescenza, a ritmo sempre più sostenuto, di forme delinquenziali neofasciste, denunciati da una parte lassismo, connivenze, protezioni e situazioni favorevoli al manifestarsi della violenza squadristica al servizio di loschi interessi e, dall'altra parte, una oggettiva situazione politica, sociale ed economica adatta a costituire la piattaforma per squallidi (ma non per questo da sottovalutare) tentativi di screditamento delle istituzioni democratiche.
L'attività culturale in genere e, per quanto ci riguarda da vicino, quella teatrale, non possono procedere ignorando quanto accade o evitando il giudizio: se ciò avvenisse sarebbe un non senso.
L'azione culturale ha, come preciso presupposto, l'effettuazione di scelte di fondo, diremmo scelte esistenziali. Noi riteniamo che non possa esservi alcun tipo di cultura laddove alligna i fascismo, ogni forma di autoritarismo, paternalismo, e soppraffazione.
La cultura serve per realizzare l'uomo, migliorandolo come tale e come membro di una società civile. Ogni forma di fascismo è barbarie ed ignoranza e tende, per tanto, a ricondurre l'uomo indietro verso il progressivo abbruttimento.
Il naturale impegno del 3° Festival non poteva essere che quello di richiamare l'attenzione dei giovani e la memoria dei meno giovani alla passata esperienza italiana e alle attuali esperienze spagnola e greca, nonchè agli attuali conati eversivi e criminali ancora nel nostro Ecco perchè il nostro Festival, che trae la sua prima origine da una impostazione democratica, popolare e civile che lo ha sempre caratterizzato, ha voluto accentrare quest'anno il proprio impegno antifascista e progressista assolutamente irreversibile e presentare, fra le sue serate, tre spettacoli nei quali quell'impostazione e quell'impegno venissero onorati dall'incontro attivo fra attori registi e pubblico, nel comune ideale, che va difeso giorno per giorno, ad una società libera, nella quale la cultura sia un bene ed una creazione di tutti.
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direzione artistica PIERO PATINO
Il terzo Festival
Mentre ci accingiamo ad inaugurare la terza edizione del Festval del Teatro in piazza, avvertiamo la necessità di fare chiarezza su alcune scelte del programma di quest'anno.
- Se è vero che Teatro in piazza significa tendere a rompere il monopolio di un teatro tradizionale, mercificato al pari di qualsiasi altro bene di consumo, restituendo al teatro la sua vera funzione culturale;
- se è vero che col nostro Festival intendiamo dare un contributo, modesto ma appassionato, affinchè il teatro recuperi la sua funzione sociale oltre che artistica;
- se, infine, è vero che il nostro è un teatro che ricerca il suo pubblico nelle grandi masse popolari e che trova la sua ispirazione nei problemi e nelle lotte della gente del popolo, cosi come, nella piazza cerca di stabilire una continuità anche fisica fra i luoghi che sono della vita di ogni giorno e la rappresentazione scenica delle reali esigenze, dei problemi, dei sentimenti, e degli eventi che il vivere quotidiano implica;
-se tutto ciò è vero, e ne siamo certi, non poteva mancare, nel programma di questo 3° Festival, uno dei motivi e degli eventi più seriamente caratterizzanti del nostro popolo in quest'ultimo periodo segnatamente in quest'ultimo anno.
La recrudescenza, a ritmo sempre più sostenuto, di forme delinquenziali neofasciste, denunciati da una parte lassismo, connivenze, protezioni e situazioni favorevoli al manifestarsi della violenza squadristica al servizio di loschi interessi e, dall'altra parte, una oggettiva situazione politica, sociale ed economica adatta a costituire la piattaforma per squallidi (ma non per questo da sottovalutare) tentativi di screditamento delle istituzioni democratiche.
L'attività culturale in genere e, per quanto ci riguarda da vicino, quella teatrale, non possono procedere ignorando quanto accade o evitando il giudizio: se ciò avvenisse sarebbe un non senso.
L'azione culturale ha, come preciso presupposto, l'effettuazione di scelte di fondo, diremmo scelte esistenziali. Noi riteniamo che non possa esservi alcun tipo di cultura laddove alligna i fascismo, ogni forma di autoritarismo, paternalismo, e soppraffazione.
La cultura serve per realizzare l'uomo, migliorandolo come tale e come membro di una società civile. Ogni forma di fascismo è barbarie ed ignoranza e tende, per tanto, a ricondurre l'uomo indietro verso il progressivo abbruttimento.
Il naturale impegno del 3° Festival non poteva essere che quello di richiamare l'attenzione dei giovani e la memoria dei meno giovani alla passata esperienza italiana e alle attuali esperienze spagnola e greca, nonchè agli attuali conati eversivi e criminali ancora nel nostro Ecco perchè il nostro Festival, che trae la sua prima origine da una impostazione democratica, popolare e civile che lo ha sempre caratterizzato, ha voluto accentrare quest'anno il proprio impegno antifascista e progressista assolutamente irreversibile e presentare, fra le sue serate, tre spettacoli nei quali quell'impostazione e quell'impegno venissero onorati dall'incontro attivo fra attori registi e pubblico, nel comune ideale, che va difeso giorno per giorno, ad una società libera, nella quale la cultura sia un bene ed una creazione di tutti.
La Direzione Artistica
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