1972
18 - 30 luglio
direzione artistica PIERO PATINO
Teatro Nuovo
È quasi sempre ozioso e inutile parlare di teatro, a tutti i livelli, termini solo teorici e senza agganci alla verifica delle esperienzo e dei fatti teatrali concreti. Soprattutto perchè, essendo un fatto squisitamente artistico, il teatro si sottrae a schemi e paradigmi universalmente validi osservando i quali si fa buon teatro e non osservando i quali se ne fa di cattivo.
È chiaro che regole e leggi precise, scientifiche nella loro esattezza, sono alla base dello spettacolo teatrale, cosi come lo sono alla base della musica o della pittura, ecc. Ma osservate quelle leggi, quegli schemi e quei paradigmi di base non con ciò solo si ha pittura, i problemi che, per esempio, vanno dalla prospettiva alla mescolatura dei colori, alla composizione, ecc. obbediscon precise leggi. È un dato scientifico. Ma una volta che un pittore osservi dette regole in un suo quadro, può, ugualemente, farne risultare un quadro orribile.
La conoscenza e l'osservanza di tali leggi è condizione di base necessaria ma non sufficiente.
Lo stesso accade per la musica, per la scultura, e, ovviamente, per il teatro.
Nessuno può dire come deve essere fatto un quadro per essere valido e cosi nessuno può dire come "deve" essere fatto uno spettacolo teatrale per risultare buono. Non potendo "definire" l'aspetto artistico del teatro, perché indefinibile nobile, perchè, semmai, non a priori ma a posteriori si può giudicare "questo" o "quello" spettacolo si può e si deve definire, invece, più di una componente delle leggi fisse del teatro.
A seconda di come queste leggi vengono definite e usate o superate in tutto ovvero parzialmente, i fa un certo tipo di teatro oppure altro tipo. Resta sempre sospeso, si ripete, il risultato artistico che, come s'è visto, è un'altra cosa, quasi imponderabile. E, soprattutto, a seconda dell'uso e dell'osservanza di quelle regole può farsi un tipo di teatro nuovo o un tipo di teatro tradizionale.
A parte le norme di carattere squisitamente tecnico, tipiche del teatro, meglio, del palcoscenico, la chiave dell' apprensione e definizione di un teatro nuovo va ricercata in altre componenti del "fatto teatrale", in altre "norme". Come ogni mezzo espressivo, il teatro ha (detto a grandi linee) un destinatario al quale un agente tiene a far pervenire una espressione.
Anche nelle forme primitive, allorchè l'"agente" è il popolo tutto (e non attori, autori, registi) che esegue ruta propiziatori o, comunque, religiosi, il destinatario è il divino.
É chiaro, che, variando il "destinatario", varia l'"espressione", il "messaggio", e varia anche l'"agente".
In pratica, facendo uno spettacolo teatrale, se ciò che si vuol dire con esso ha certi contenuti, bisogna far si che il pubblico cui ci si rivolge sia del tipo giusto per quei contenuti, e che chi agisce (il complesso: autore, regista, at tori) sia il gruppo di persone adatto a meglio far pervenire quell'espressione al destinatario. Un pubblico che ha un tipo di problemi è il destinatario di un teatro che affronta quei problemi. Un teatro tradizionale nei testi e nei modi espressivi ha per fatale pubblico, un pubblico tradizionale. E viceversa.
Ecco che volendo fare del teatro per un tipo di pubblico, bisogna esaminare (per non essere avulsi dalla realtà) i problemi che nella scala obiettiva dei valori, sono più importanti per quel pubblico. Trovare quindi il copione giusto, il luogo giusto ove rappresentarlo gli attori e il regista che a quel pubblico possano rendere più ricettiva l'espressione di quei problemi.
Ciò, si ripete ancora, indipendentemente dai valori artistici, per le ragioni dette prima.
Un teatro può cominciare a definirsi nuovo allorchè sceglie per destinatario un pubblico nuovo vale a dire un pubblico formato da uomini ai quali l'organizzazione sociale borghese ha quasi sempre negato, di fatto, la possibilità di andare a teatro.
Quindi il pubblico formato dalle grandi masse popolari.
Se solo un minimo di funzione si riconosce al teatro e alle sue più serie possibilità, bisogna convenire che tale funzione consiste nell'essere un mezzo per facilitare e promuovere, attraverso la sua e spressione artistica, una presa di coscienza da parte dello spettatore. Questo, fra l'altro, è il suo valore culturale se è vero che alla cultura bisogna dare il significato di strumento conoscitivo della realtà e, quindi, strumento per il cambiamento di questa realtà.
Allora appare chiaro come al pubblico formato dalle grandi masse popolari vadano proposti, co teatro, problemi già sentiti dal le masse come problemi mentali loro propri, ovvero vadano svegliati e sollecitati problemi non ancora captati e, tuttavia, vitali. Opera di denuncia, quindi, nelľ'ambito della grande funzione sociale che il teatro deve assolvere. E, di conseguenza, teatro come evento sociale, oltre che artistico. E mille sono le maniere per fare ciò: testi antichi (riadattati o no) e contemporanei, in chiave satirica, Purché, si intende, il linguaggio ia tecnica espressiva, siano tali da favorire la ricettività di quei contenuti da parte di quel pubblico. Molte cose, in proposito sarebbero da dire e precisare, la più importante, forse, fra le quali è la pubblico all'evento teatrale: partecipazione più o meno attiva, creatrice, quasi a trasformare lo stesso destinatario in agente, ecc.
Ma intanto, se si sarà cominciato a fare qualcosa nelle direzioni di cui s'è parlato sopra, si potrà dire di aver cominciato a fare del teatro nuovo. Nuovo negli intenti nuovo nelle strutture, nei mezzi espressivi per i quali è necessaria una ricerca, nuovo, infine, anche nell'organizzazione. Naturalmente, nuovi saranno i risultati.
Scarica il catalogo
direzione artistica PIERO PATINO
Teatro Nuovo
È quasi sempre ozioso e inutile parlare di teatro, a tutti i livelli, termini solo teorici e senza agganci alla verifica delle esperienzo e dei fatti teatrali concreti. Soprattutto perchè, essendo un fatto squisitamente artistico, il teatro si sottrae a schemi e paradigmi universalmente validi osservando i quali si fa buon teatro e non osservando i quali se ne fa di cattivo.
È chiaro che regole e leggi precise, scientifiche nella loro esattezza, sono alla base dello spettacolo teatrale, cosi come lo sono alla base della musica o della pittura, ecc. Ma osservate quelle leggi, quegli schemi e quei paradigmi di base non con ciò solo si ha pittura, i problemi che, per esempio, vanno dalla prospettiva alla mescolatura dei colori, alla composizione, ecc. obbediscon precise leggi. È un dato scientifico. Ma una volta che un pittore osservi dette regole in un suo quadro, può, ugualemente, farne risultare un quadro orribile.
La conoscenza e l'osservanza di tali leggi è condizione di base necessaria ma non sufficiente.
Lo stesso accade per la musica, per la scultura, e, ovviamente, per il teatro.
Nessuno può dire come deve essere fatto un quadro per essere valido e cosi nessuno può dire come "deve" essere fatto uno spettacolo teatrale per risultare buono. Non potendo "definire" l'aspetto artistico del teatro, perché indefinibile nobile, perchè, semmai, non a priori ma a posteriori si può giudicare "questo" o "quello" spettacolo si può e si deve definire, invece, più di una componente delle leggi fisse del teatro.
A seconda di come queste leggi vengono definite e usate o superate in tutto ovvero parzialmente, i fa un certo tipo di teatro oppure altro tipo. Resta sempre sospeso, si ripete, il risultato artistico che, come s'è visto, è un'altra cosa, quasi imponderabile. E, soprattutto, a seconda dell'uso e dell'osservanza di quelle regole può farsi un tipo di teatro nuovo o un tipo di teatro tradizionale.
A parte le norme di carattere squisitamente tecnico, tipiche del teatro, meglio, del palcoscenico, la chiave dell' apprensione e definizione di un teatro nuovo va ricercata in altre componenti del "fatto teatrale", in altre "norme". Come ogni mezzo espressivo, il teatro ha (detto a grandi linee) un destinatario al quale un agente tiene a far pervenire una espressione.
Anche nelle forme primitive, allorchè l'"agente" è il popolo tutto (e non attori, autori, registi) che esegue ruta propiziatori o, comunque, religiosi, il destinatario è il divino.
É chiaro, che, variando il "destinatario", varia l'"espressione", il "messaggio", e varia anche l'"agente".
In pratica, facendo uno spettacolo teatrale, se ciò che si vuol dire con esso ha certi contenuti, bisogna far si che il pubblico cui ci si rivolge sia del tipo giusto per quei contenuti, e che chi agisce (il complesso: autore, regista, at tori) sia il gruppo di persone adatto a meglio far pervenire quell'espressione al destinatario. Un pubblico che ha un tipo di problemi è il destinatario di un teatro che affronta quei problemi. Un teatro tradizionale nei testi e nei modi espressivi ha per fatale pubblico, un pubblico tradizionale. E viceversa.
Ecco che volendo fare del teatro per un tipo di pubblico, bisogna esaminare (per non essere avulsi dalla realtà) i problemi che nella scala obiettiva dei valori, sono più importanti per quel pubblico. Trovare quindi il copione giusto, il luogo giusto ove rappresentarlo gli attori e il regista che a quel pubblico possano rendere più ricettiva l'espressione di quei problemi.
Ciò, si ripete ancora, indipendentemente dai valori artistici, per le ragioni dette prima.
Un teatro può cominciare a definirsi nuovo allorchè sceglie per destinatario un pubblico nuovo vale a dire un pubblico formato da uomini ai quali l'organizzazione sociale borghese ha quasi sempre negato, di fatto, la possibilità di andare a teatro.
Quindi il pubblico formato dalle grandi masse popolari.
Se solo un minimo di funzione si riconosce al teatro e alle sue più serie possibilità, bisogna convenire che tale funzione consiste nell'essere un mezzo per facilitare e promuovere, attraverso la sua e spressione artistica, una presa di coscienza da parte dello spettatore. Questo, fra l'altro, è il suo valore culturale se è vero che alla cultura bisogna dare il significato di strumento conoscitivo della realtà e, quindi, strumento per il cambiamento di questa realtà.
Allora appare chiaro come al pubblico formato dalle grandi masse popolari vadano proposti, co teatro, problemi già sentiti dal le masse come problemi mentali loro propri, ovvero vadano svegliati e sollecitati problemi non ancora captati e, tuttavia, vitali. Opera di denuncia, quindi, nelľ'ambito della grande funzione sociale che il teatro deve assolvere. E, di conseguenza, teatro come evento sociale, oltre che artistico. E mille sono le maniere per fare ciò: testi antichi (riadattati o no) e contemporanei, in chiave satirica, Purché, si intende, il linguaggio ia tecnica espressiva, siano tali da favorire la ricettività di quei contenuti da parte di quel pubblico. Molte cose, in proposito sarebbero da dire e precisare, la più importante, forse, fra le quali è la pubblico all'evento teatrale: partecipazione più o meno attiva, creatrice, quasi a trasformare lo stesso destinatario in agente, ecc.
Ma intanto, se si sarà cominciato a fare qualcosa nelle direzioni di cui s'è parlato sopra, si potrà dire di aver cominciato a fare del teatro nuovo. Nuovo negli intenti nuovo nelle strutture, nei mezzi espressivi per i quali è necessaria una ricerca, nuovo, infine, anche nell'organizzazione. Naturalmente, nuovi saranno i risultati.
PIERO PATINO
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