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1971

15 - 20 luglio
direzione artistica PIERO PATINO

II primo Festival

Accettando la direzione artistica del Festival di Santarcangelo, avevo già chiara in me l’impostazione, almeno in termini teorici, da dare all’iniziativa tutta. Voglio dire che non v’era forse ragione di fare comunque un Festival cercando poi (come per qualunque prodotto commerciale) di differenziarlo da altri: viceversa, in tanto v'era esigenza di fare questo Festival, in quanto preesisteva la sua impostazione.
La caratteristica, quindi, di questa manifestazione di Santarcangelo, esisteva a priori, ne è la ragione intima e non é qualcosa sorta a posteriori, come una verniciatura data a lavori ultimati.
É la risultante di molteplici componenti, tutte e ciascuna necessarie.
Anzitutto: per chi fare il teatro e, quindi, scelta del pubblico destinatario.
In secondo Iuogo: che tipo di teatro proporre ai destinatari; e questo è, in pratica, l’elemento qualificante.
lnfine, come conseguenza: in quali luoghi agire affinché più opportunamente quei contenuti teatrali scelti pervenissero ai destinatari.
ll pubblico che mi interessa sostanzialmente, e senza che ciò implichi discriminazioni di qual si voglia genere, e il pubblico genuino, non cloroformizzato definitivamente da forme di teatro consumistico, non avvezzo a spettacoli tradizionali e quindi, sperabilmente, non conformista.
ll teatro é sempre arrivato ove erano e sono le classi più ricche e molto raramente ove erano e sono le masse popolari. È invece a queste che deve rivolgersi un teatro nuovo, moderno, onde svolgere appieno la sua funzione culturale e sociale. Questi sono i destinatari che mi interessano.
Teatro popolare, quindi, di massa.
Un siffatto teatro, non può avere contenuti tali da essere tipici del teatro tradizionale poichè questo era ed è espressione (per dirla a grandi linee) delle classi più privilegiate, quello popolare deve essere espressione popolare e quindi agitare non altri problemi se non quelli dai quali il popolo è agitato.
A mio modesto parere, il teatro deve essere, oltre che evento artistico, evento sociale. E quindi, testi e programmi da rappresentare che abbiano, nei loro contenuti, nel loro linguaggio, il carattere di evento sociale, da esprimere in luoghi affatto nuovi, quasi occasionali, qua e là dove il popolo vive e si muove, nelle strade, nelle piazze.
E Santarcangelo si presta alla realizzazione, per le sue caratteristiche geografiche di paese delll’entroterra romagnolo pero prossimo al mare sì da poter accogliere il flusso del turismo di massa, tipico della zona per le sue tradizioni culturali e storiche, per le sue suggestive piazze e contrade. Tuttavia tradurre tutto ciò in pratica e nella realtà di un vero e proprio Festival, si manifestò subito impresa difficilissima per tutti noi.
In realtà non posso dire che siano state superate tutte le difficoltà o risolti tutti i problemi.
Questo Festival, primo di altri che seguiranno nelle estati prossime, non sarà esente da pecche: la certezza di ciò e dei limiti di una prima esperienza, é prova di consapevolezza e premessa alla correzione ed ai miglioramenti in avvenire. Ogni estate al Festival di Santarcangelo saranno condotte compagnie e complessi qualificati artisticamente e di primario ordine, dalle varie parti del mondo, cosi come elementi giovani, di valore in prospettiva.
Ciò mi aiuterà a realizzare uno dei risultati che più stanno a cuore: rompere il monopolio di un teatro tradizionale, da sempre in crisi, ora in decomposizione, fatto per gente che si avvicina al teatro come a qualunque altro bene di consumo, un frigorifero o una lavastoviglie, e ripristinare nel teatro la sua funzione culturale per gente che tale funzione reclama.

Il direttore artistico
PIERO PATINO


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